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Brochure il Parco della Chiusa

Progetto grafico e realizzazione esecutiva della Brochure

Progetto grafico e realizzazione esecutiva della Brochure

CLIENTE Comune di Casalecchio di Reno
DATA 2014

Formato 11X24 cm, 24 pagine, 4 colori CMYK.

Al suo interno sono state realizzate la piantina degli itinerari suggeriti e la pianta che illustra le componenti architettoniche e paesaggistiche.

C’è chi va a fare jogging, chi a passeggiare con il proprio cane, chi cerca il contatto con la natura e il mondo agricolo, chi parte per fare escursioni verso la collina, chi si ferma a godere dei suoi pittoreschi scorci: in tanti, da tutta la regione, sono venuti almeno una volta “al Talon” con motivazioni diverse, ma ancora in pochi conoscono, in tutta la sua complessità…

Il Parco della Chiusa – L’inquadramento storico

“La nascita del Parco è indissolubilmente legata ai Sampieri, importante famiglia bolognese che già nel XVI secolo iniziò ad acquistare terreni lungo le sponde del fiume Reno nei pressi della nostra città. Qui, entro i confini dell’attuale Parco della Chiusa, i Sampieri costruirono la villa oggi nota come Villa Sampieri Vecchia, uno dei primi edifici in muratura nel contado bolognese. La villa, sita in via Panoramica 11, è ancora perfettamente conservata ed è di proprietà privata.
Nel XVIII secolo i Sampieri, diventati Marchesi, realizzarono una seconda villa molto più sfarzosa della prima e le crearono intorno un Parco Giardino tipico dell’epoca (il giardino storico) con alberi provenienti da diverse parti del mondo e giochi d’acqua (oggi rimane visibile solo la vasca ovale della fontana che stava al centro del giardino davanti alla villa). Alle spalle dell’edificio si trovava invece il giardino romantico del quale rimane visibile solo il muro di contenimento della collina con scale e fontane. Dalla villa ci si inoltrava poi in un parco-giardino fintamente naturale, secondo il gusto romantico dell’epoca dove si trovavano i ruderi di un piccolo castello, oggi noto come Casa dell’Orso, un tempietto cinese, dove i Marchesi sorseggiavano il tè […]”

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